Intervista a Diprose sul matrimonio

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Una bella intervista di Filippo Pini sul matrimonio a Rinaldo Diprose

Caro Rinaldo, te hai trascorso quasi 45 anni fianco a fianco con Eunice, tua moglie, prima che lei andasse col Signore circa un anno fa. Per chi avesse avuto l’opportunità di conoscervi come coppia, una delle cose che non avrebbe potuto non notare era il vostro affiatamento, la vostra amicizia e gioia. Secondo te quali sono stati gli ingredienti che hanno reso così bella e preziosa la vostra unione?

Innanzitutto la convinzione che il Signore ci aveva fatti incontrare e che eravamo fatti l’uno per l’altra. Un’altra cosa, il fatto che le nostre voci si armonizzavano perfettamente nel canto. Pochi mesi dopo esserci incontrati abbiamo cantato il nostro primo duetto a una festa. Per una parte del canto io cantavo la melodia e lei il contralto e poi lei cantava la melodia ed io il tenore. Abbiamo cantato così, la melodia e un controcanto, durante tutti questi anni, a casa intorno al pianoforte, durante i culti e in occasioni speciali. (Adesso mi è difficile cantare per molto tempo senza piangere perché mi manca la sua voce.) Poi il fatto di condividere i progetti e fare molte cose insieme, anche scalando piccole montagne. Mi piace sfogliare l’album (intitolato “dal fidanzamento all’eternità”) che documenta le varie tappe del nostro viaggio insieme, con foto annuali scattate in luoghi alquanto diversi. Infine credo che, a contribuire alla qualità della nostra unione, sia stata l’importanza che abbiamo dato alla vita familiare, in particolare il rapporto con i nostri figli e poi con i loro congiunti e con i nostri nipoti.

Leggendo il tuo libro In Tandem (Edizioni CLC, 2012, Firenze) ho letto che te paragoni il matrimonio ad un giardino. Ecco una tua citazione: ''Eunice e io abbiamo spesso notato questo parallelismo tra il matrimonio e un giardino. Un giardino ha il potenziale per produrre piante nutrienti e bellissimi fiori. Tuttavia, se lo si abbandona e si permette a qualsiasi cosa di crescervi, le erbacce soffocheranno le piante nutrienti e anche i più bei fiori diventeranno invisibili o quasi.’’ Hai sempre avuto questa ‘'visione’’ del matrimonio fin dall’inizio, o ti è sempre sembrata più chiara nel corso degli anni?

Direi che sia diventata sempre più chiara nel corso del nostro cammino insieme.

E poi paragonando il matrimonio ad un giardino, dici implicitamente che per avere un bel matrimonio bisogna lavorare sodo. Pensi che la causa di molti matrimoni che non navigano in buone acque sia la mancanza di cura per questa relazione?

Sì. Alle volte coppie che si trovano a dover affrontare dei momenti difficili nel loro matrimonio e vita di famiglia, dimenticano che, anche se non si fossero sposati, la vita li avrebbe comunque riservato dei momenti difficili. Bisogna affrontare insieme le difficoltà essendo sensibili al fatto che l’altro, per predisposizione, probabilmente avrà un modo diverso dal tuo di reagire alla situazione. Bisogna far tesoro della complementarietà, maschile e femminile, e prendere in considerazione l’eredità familiare di ciascuno, senza esserne prigionieri.

Secondo te è possibile riprendere in mano un matrimonio, anche quando la situazione è di totale abbandono da entrambe le parti? Che consigli potresti dare?

Sì, credo che sia possibile, anche se non è facile. Per riprendere in mano un matrimonio, quando “le erbacce hanno quasi soffocato il giardino”, suggerisco tre cose: innanzitutto di fare lo sforzo di ricordare quanto vi siete voluti bene nel momento in cui avete deciso di sposarvi (questo per riaccendere la speranza), ragionando così: “se ci siamo voluti bene una volta, essendo anche ora le stesse persone, possiamo tornare a volerci bene di nuovo”! In secondo luogo, imparare a comunicare veramente l’uno con l’altro, il che significa che ognuno deve essere “pronto ad ascoltare [e non semplicemente aspettare finché l’altro finisca di parlare!], lento a parlare” come consiglia Giacomo (1:19-20). In terzo luogo darsi da fare per rimuovere ogni tipo di erbaccia, in particolare le “gramigne” di egoismo e orgoglio. Tolte queste erbacce, le difficoltà della vita rimarranno, ma sarà possibile, con l’aiuto del Signore (il carisma speciale di cui parla 1 Corinzi 7:7), affrontarle e superarle e/o convivere con esse, assumendo ciascuno le proprie responsabilità.

Sempre nel tuo libro In Tandem parlando del tuo fidanzamento con Eunice, hai messo in risalto il fatto di come te ed Eunice vi siete rispettati in quel periodo e conosciuti in maniera non superficiale. Ecco una tua breve citazione: ‘'la nostra amicizia andò avanti e la conoscenza l’uno dell’altra a livello spirituale e sociale crebbe profondamente prima ancora che ci fosse qualsivoglia contatto fisico, come anche tenersi per mano. Mi si permetta di dire che questo è un modo eccellente per cominciare un’amicizia, in quanto produrrà in futuro un’intimità profonda e durevole nel matrimonio’’. Che consigli potresti dare ai giovani cristiani che sono fidanzati o che potrebbero fidanzarsi?

Il primo consiglio è di pensare a un progetto di vita, sapendo che più si è rispettosi l’uno verso l’altro durante il processo di conoscersi e più durerà, e si arricchirà negli anni, l’intimità. Il ragazzo deve avere di mira di imparare a conoscere la “femminilità” della sua fidanzata (si veda il testo greco di 1 Pietro 3:7) e ad apprezzare il fatto che la femminilità riguarda tutta la persona della fidanzata, non soltanto dimensione squisitamente fisica. Chi farà così acquisirà un concetto più globale della bellezza che comprende anche il carattere, il modo di pensare, ecc., una bellezza intramontabile. Lo stesso discorso vale per la ragazza verso il fidanzato.

Leggendo le vostre avventure come famiglia, i vostri spostamenti attraverso 4 continenti del globo, si rimane affascinati dalla vostra vita matrimoniale così avventurosa. Però dietro a tutti questi bellissimi momenti ci sono state grandi prove, come ad esempio quella finanziaria, come quando eravate ormai quasi senza fondi in Nord America e non sapevate come terminare di pagare le ultimi rette dell’università dove eri per prendere un master in teologia. La cosa molto bella che traspare dalle vostre storie è che anche attraverso queste situazioni estreme siete sempre rimasti uniti e avete affrontato tutto questo. Come siete riusciti ad affrontare tutte queste grandi prove e situazioni difficili, senza mai scalfire la vostra bella unione, e anzi essendo sempre di un medesimo spirito in tutto quello che facevate?

Innanzitutto abbiamo cercato di rispettare i ruoli previsti da Dio per marito e moglie e di metterci d’accordo prima di fare le cose. Questo evita che la situazione difficile diventi l’occasione, per uno dei due, di dire con asprezza: “Vedi quello che hai combinato; non te l’avevo detto?!” Poi, più di una volta trovandoci davanti a una prova, per esempio finanziaria, ci siamo chiesti se ciò che stavamo facendo era la volontà di Dio oppure no. Quando eravamo convinti che era la volontà di Dio, nonostante le difficoltà, siamo andati avanti per fede, un po’ come fece Mosè: “come se vedesse colui che è invisibile” (Ebrei 11:27). Abbiamo scoperto che Dio provvede soluzioni in situazioni difficili quando si cammina per fede.

Qual è stato secondo te l’atteggiamento di Eunice verso di te che ti ha maggiormente onorato e ti ha fatto crescere di più come marito e padre?

La sua fiducia in me, che non vacillava, una fiducia che non potevo deludere in alcun modo.

Qual è stato secondo te il tuo atteggiamento che ha onorato e aiutato maggiormente Eunice a crescere sia come moglie che come madre?

Mi vengono in mente due cose, forse legate in qualche modo:

Le ripetevo spesso che per me “casa” non era un posto geografico particolare, ma “dove sei tu” e lei rispondeva creando l’aria gioiosa di casa intorno a sé. In secondo luogo ritenevo Eunice sempre bellissima (nel senso spiegato sopra) e glielo dicevo spesso (oltre a dire che l’amavo); con l’avanzare degli anni dicevo che il cambiamento fisico faceva sì che lei rassomigliava a una “macchina d’epoca,” ancora più bella di quelle nuove!

Quali sono i due versetti biblici che potrebbero aiutare di più un uomo a capire quali sono le sue responsabilità e ruoli all’interno del matrimonio?

“Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato sé stesso per lei… Allo stesso modo anche i mariti devono amare le loro mogli, come la loro propria persona. Chi ama sua moglie ama sé stesso” (Efesini 5:25,28; cfr. v. 31).

Quali sono i due versetti biblici che potrebbero aiutare di più una donna a capire quali sono le sue responsabilità e ruoli all’interno del matrimonio?

“… incoraggiare le giovani ad amare i mariti, ad amare i figli, a essere sagge, caste, diligenti nei lavori domestici, buone, sottomesse ai loro mariti, perché la parola di Dio non sia disprezzata” (Tito 2:4-5).

Caro Rinaldo vorrei concludere questa breve intervista con te sul matrimonio citando proprio la conclusione del tuo libro In Tandem: ‘'Il nostro cammino di coppia sulla terra, durato quasi quarantacinque anni è giunto al capolinea. Reduce da questo cammino sento di poter dare un consiglio a chi ha ancora da fare un pezzo di strada e a chi sta per mettersi in viaggio: se il Signore ti ha provveduto un partner di viaggio, vi conviene viaggiare in tandem, confidando nel Creatore e facendo vostro il Suo piano per la vita di coppia. Questo significherà non soltanto il rispetto per i ruoli stabiliti ma anche sottomissione reciproca ‘'nel timore di Cristo’’ (Efesini 5:21-33). Se affronterete il viaggio della vita in questo modo, il paesaggio apparirà come un giardino luminoso e sarete in grado di raccogliere i fiori e spandere il profumo per benedire coloro che incontrerete nel vostro cammino insieme.’’

 

Filippo Pini è direttore editoriale di BE Edizioni e anche il responsabile della libreria evangelica CLC di Firenze. È sposato con Monica e padre di Mattia.

Rinaldo Diprose è docente all'Istituto biblico evangelico Italiano in Roma. Autore di numerosi testi, è anche il direttore responsabile del periodico Lux Biblica.

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